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Le caraffe filtranti non sono sicure

nextinkCome già avevamo anticipato in questo post di 6 mesi fa, l’indagine sulle caraffe filtranti ha portato alla conclusione che questi prodotti possono essere dannosi per chi ne fa uso. L’articolo che citiamo qui di seguito, è comparso ieri sulle pagine del quotidiano torinese “La Stampa” e non fa che confermare le premesse che avevano portato il procuratore aggiunto Raffaele Guariniello ad avviare un’inchiesta sull’universo delle caraffe filtranti.

Nuovi sviluppi nell’inchiesta torinese sulle caraffe filtranti dell’acqua del rubinetto di casa. Secondo una perizia disposta dalla procura del capoluogo subalpino, non sono sicure, in particolare per diabetici, ipertesi, cardiopatici e nefropatici perché trasformano calcio e magnesio in sodio e potassio.

La perizia era stata richiesta dal  PM Raffaele Guariniello, che ha aperto un’inchiesta per le ipotesi di reato di commercio in sostanze alimentari nocive e frode in commercio. Gli accertamenti sono stati effettuati su dieci diversi tipi di caraffe, sia di produzione italiana che estera. Nel registro degli indagati ci sarebbero già alcuni dei produttori. Le caraffe funzionano in modo semplice e tutte allo stesso modo: le si riempiono con acqua del rubinetto che si fa passare attraverso un’apposita cartuccia filtrante, e poi si conservano in frigo.

Ciò che emerge è che queste brocche trasformano calcio e magnesio in sodio e potassio, soprattutto nei primi litri di acqua erogata dopo l’installazione del nuovo filtro. Un dettaglio non indifferente per chi deve fare diete iposodiche, sostiene la Procura. La mancata segnalazione di questo processo potrebbe creare effetti pericolosi su alcune persone affette da patologie specifiche. Sette caraffe su dieci rilasciano, invece, tracce di sali d’argento, presenti nei filtri, e di ioni di ammonio, anche in questo caso nella prima acqua erogata dopo l’installazione del filtro.

Per quanto riguarda la carica batterica: quattro caraffe su dieci garantiscono la completa durata del filtro; tre presentano valori fuori norma a fine filtro e tre già a metà della sua durata. Secondo quanto sostenuto dalla procura di Torino solo la metà delle case produttrici riporta avvertenze specifiche sui rischi all’interno dei libretti delle istruzioni e invita a consultare il medico prima dell’uso del dispositivo. Il procuratore aggiunto, Raffaele Guariniello, ha già inviato tutti gli atti al Ministero della Salute.

Per questi motivi da quasi un anno, abbiamo deciso di commercializzare un prodotto sicuramente alternativo in tema di trattamento dell’acqua, forse di difficile comprensione a livello di funzionamento, che però fra le sue prerogative ha quella di non entrare a diretto contatto con l’acqua bensì di agire applicato sui rubinetti, piuttosto che sull’impianto idrico. Stiamo parlando di Aquakat, un prodotto rivoluzionario di cui potrete approfondire la conoscenza sul sito ufficiale www.aquakat.it e ovviamente potete acquistare su Nextink al link https://www.nextink.it/tecnologia-aquakat.html.

Caraffe filtranti? Inutili e qualche volta nocive

Fonte: http://torino.repubblica.it/cronaca/2011/05/10/news/caraffe_filtranti_inutili_e_qualche_volta_nocive-16051010/

Ecco gli esiti delle analisi disposte, nello scorso febbraio, dal pm Raffaele Guariniello, che oggi ha trasmesso i risultati al ministero della Salute e all’Istituto superiore di sanità.

Sono inutili e, in alcuni casi, peggiorano la qualità dell’acqua – secondo le analisi di laboratorio disposte dalla Procura della Repubblica di Torino – le caraffe che vengono utilizzate per filtrare l’acqua potabile del rubinetto. Le analisi sono state disposte, nello scorso febbraio, dal procuratore aggiunto di Torino, Raffaele Guariniello, che oggi ha trasmesso i risultati al ministero della Salute e all’Istituto superiore di sanità. Ora toccherà a loro decidere se prendere o meno provvedimenti.

A Torino proseguirà l’inchiesta giudiziaria, avviata sulla base di una denuncia presentata da Mineracqua, la federazione italiana delle industrie delle acque minerali, che aveva già fatto svolgere analisi dall’Università La Sapienza di Roma. I reati ipotizzati dalla Procura di Torino sono frode in commercio e commercio di sostanze alimentari nocive per la salute pubblica. Al momento non vi è alcun indagato.

Le caraffe sottoposte ad analisi promettono di abbattere i livelli di cloro e la durezza dell’acqua del rubinetto tramite un filtro che funziona a carbone attivo e resine a scambio ionico. “Per quanto riguarda la durezza – ha spiegato oggi Guariniello – le analisi hanno mostrato che è vero che si abbattono i livelli di calcio e magnesio, ma anche che il filtro non va usato se la durezza dell’acqua è inferiore ai 19 gradi francesi, come per esempio in provincia di Torino. In questo caso è inutile”.

Al contrario, emergono sostanze che non sono presenti nell’acqua del rubinetto. “In alcune caraffe – ha riferito Guariniello – il Ph dell’acqua sale a livelli fino a 9.5, contro un limite di legge di 6.5 e con questo livello di acidità sarebbe non potabile. Poi appaiono tracce di ammonio, sodio, potassio e argento in valori superiori a quelli dell’acqua del rubinetto. Non sono pericolosi – ha sottolineato – ma sicuramente l’acqua non è migliorata”. In sintesi, secondo Guariniello “la situazione deve essere valutata con attenzione dall’autorità sanitaria competente”.

Alla luce dell’articolo sopra citato, forse meglio utilizzare un prodotto molto meno sbandierato ma sicuramente non dannoso per la salute: AQUAKAT!