Cartucce originali? Non sempre un affare!

Grazie ad uno studio commissionato da Epson a TÜV Rheinland sono emerse alcune sconcertanti realtà legate al mondo delle stampanti ink-jet. Queste realtà, come purtroppo spesso accade, mostrano in certi casi un evidente danno economico nei confronti del consumatore.

Epson aveva richiesto di effettuare questo tipo di indagine, soprattutto per conoscere esattamente quale potesse essere l’impatto ambientale derivante dagli sprechi di inchiostro, suddividendo le cartucce ink-jet in due macro famiglie: mono colore e multi colore.

Il risultato di questa indagine fà senz’altro riflettere. Ormai noto a tutti è il fenomeno dell’essiccamento dell’inchiostro, che obbliga spesso alla sostituzione delle cartucce utilizzate ancora potenzialmente “piene”; oltre a questo si verifica un grande spreco di inchiostro, soprattutto nelle fasi di pulizia delle testine o degli ugelli: inchiostro che si spreca inutilmente creando un danno economico al consumatore e che finisce per essere disperso pericolosamente nell’ambiente!

Il problema è superato nelle stampanti single-ink, in cui ogni colore ha una cartuccia separata, sostituibile in modo indipendente dalle altre. Cambiano i costi dell’apparato, ma alla lunga sicuramente può risultare conveniente questo secondo approccio.

Uno degli aspetti che lascia più l’amaro in bocca tra quelli analizzati nello studio è però la quantità di inchiostro che viene gettata nella spazzatura quando la cartuccia segnala di essere esaurita. Se nel caso della Epson R360 al momento della segnalazione di cartuccia esaurita resta solo il 9% di inchiostro in quest’ultima, nel caso della Kodak Easyshare 55300 questa percentuale sale al 64%.

In pratica ben più della metà dell’inchiostro finisce nella spazzatura, con costi per l’utente e impatto ambientale evidente. Il tutto dipende molto dal design della cartuccia, che determina la sua capacità di utilizzare l’inchiostro fino al suo esaurimento totale.

Naturalmente uno studio commissionato da un produttore che restituisce una classifica con in testa quest’ultimo va preso con il beneficio di inventario, ma in ogni caso l’ente che l’ha portato avanti è un nome affidabile.

Certamente, come sottolinea anche la fonte, sarebbe stato più completo uno studio che prendesse in considerazione l’efficienza totale delle stampe, andando quindi a misurare anche le quantità di inchiostro utilizzate oltre quelle sprecate.

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