
Dopo il recente annuncio dato da Olivetti, e del quale abbiamo parlato qualche tempo fa in questo articolo, anche il colosso Lexmark ha diramato un comunicato nel quale annuncia ufficialmente la sua uscita dal segmento delle stampanti ink-jet, inclusa la liquidazione del portafoglio brevetti correlato alla tecnologia a getto di inchiostro.
Gli osservatori più attenti avevano immaginato che nel breve periodo Lexmark si sarebbe mossa in questo senso soprattutto alla luce del crollo di vendite che ha colpito tutto il segmento di mercato. Paul Rooke, presidente di Lexmark, ha dichiarato che la decisione presa a proposito della dismissione del ramo “getto di inchiostro”, sebbene difficile, è stata necessaria per migliorare la profittabilità e aumentare i risparmi dell’Azienda, senza contare che questa operazione consentirà di incrementare gli investimenti sui progetti a più alto valore aggiunto (vedi la tecnologia laser dove Lexmark è uno dei più importanti player del mercato).
Ma perché due Aziende storiche come Olivetti e Lexmark abbandonano il mercato ink-jet? Fondamentalmente per i 3 motivi che elenchiamo qui di seguito.
a) Il costo proposto ai Clienti che acquistano stampanti inkjet è arrivato ai minimi termini e non è pensabile di poter ancora scendere. Sebbene i ricavi si facciano con i consumabili per la stampa, è anche vero che progettare una nuova stampante richiede investimenti e sforzi in termini di risorse umane e di tempi. La conclusione è che il gioco non vale la candela.
b) La grande diffusione delle stampanti inkjet c’è stata nel periodo in cui una stampante laser era un oggetto quasi proibito, ad esclusivo appannaggio delle Aziende. Oltre a ciò, seppur inarrivabili a livello economico, fino a poco tempo fa le stampanti laser avevano il limite di essere ingombranti e soprattutto di non stampare a colori. La riduzione delle dimensioni dell’hardware, la possibilità di stampare a colori, ed il drastico abbassamento dei costi delle stampanti laser a colori ha fatto il resto.
c) Una delle attività principali per le quali un utente si avvicinava alla tecnologia inkjet era la possibilità di stamparsi in proprio le fotografie. I numerosissimi negozi on-line che effettuano la stampa digitale di foto a prezzi irrisori, paragonata agli elevatissimi costi della stampa casalinga, hanno ulteriormente contratto un mercato che già di per sè era in crisi.
Concludendo, ci sono tutti gli indicatori per sostenere che la tecnologia inkjet, almeno per come l’abbiamo concepita fino ad oggi nel mondo “home”, è destinata davvero a morire. Probabilmente l’inkjet è destinato a rimanere vivo nel segmento professionale, laddove ad esempio i plotter, al momento non sembrano avere alternative di stampa al caro vecchio inchiostro.