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Rapporto sul NOENE e sulle sue applicazioni in solette, plantari e talloniere

solette plantari noeneAllo scopo di rispondere in modo ancora più esaustivo a tutte le domande di coloro che ci richiedono degli approfondimenti ulteriori su quelle che sono le caratteristiche e le proprietà del NOENE, pubblichiamo oggi una rapporto sullo studio clinico del NOENE.

Tale rapporto è stato elaborato dall’Istituto per la Scienza dello Sport e Metodologie Specialiste per l’Ortopedia e per l’area della Medicina Sportiva del PHILIPPS – una Università olandese con sede a Marrburg.

Qui di seguito pubblichiamo il rapporto dal titolo “Aspetti fisiologici, risultati e importanza dell’utilizzo della soletta NOENE durante l’attività sportiva” che è stato redatto  dai Professori Med. H.M. Sommer, K. Hottenrot e O. Hoss.

Le solette NOENE devono rispondere alle esigenze di alta qualità delle scarpe da corsa (ammortizzare, mantenere il comfort). Una soletta da corsa performante deve aiutare il piede ad avere un dispiegamento  fisiologico normale (ROP) al fine di alleggerire le contrazione del sistema muscolo-scheletrico. Lo scopo di questo studio era quello di valutare ed analizzare l’influenza che la soletta NOENE potrebbe avere nella prevenzione delle lesioni. Abbiamo inoltre considerato l’influenza di altri parametri:

– modifica della ripartizione della pressione del piede (FPD);
– modifica del consumo energetico;
– modifica delle proprietà di ammortizzamento tra piede-scarpa, dovuta ad un allungamento dell’elasticità e/o riscaldamento e deformazione del materiale;
– modifica neuromuscolare e propriocettiva dei meccanismi di controllo e percezione soggettivi;

METODI E MATERIALI
In tutti i casi, sono state utilizzate delle solette NOENE con uno spessore di 2 mm. Tutte le solette erano piatte, viscoelastiche e anti-fatica, ed erano formate da una superficie simmetrica di cellule cristalline sintetiche. Alcuni sportivi messi alla prova hanno descritto le loro impressioni soggettive con le solette NOENE, insistendo sulla
riduzione della percezione di shock e la diminuzione del rischio di lesioni (principalmente la tendinite).

STRUMENTI DI MISURAZIONE E PARAMETRI RILEVATI
La nostra metodologia è stata fortemente orientata a ricercare l’influenza potenziale delle solette NOENE. Abbiamo dunque provato a scoprire e valutare i meccanismi che possono intervenire nell’ammortizzamento e nel dispiegamento del sostegno plantare, tappa dopo tappa, utilizzando gli strumenti di misurazione e i parametri seguenti:

a) Ripartizione della pressione del piede (Novel); parametri: forza verticale massimale, picchi di pressione, zone di contatto, dispiegamento verticale
b) Proprietà di acquisizione dell’ammortizzamento:
– Accelerometro (BIOVISION); parametri combinati nel campo dei tempi e della frequenza;
– Piattaforma di forza (AMTI); parametri combinati nel campo dei tempi e della frequenza
c) Consumo energetico;
– Consumo di ossigeno (metamax); parametri: VO2 (ml/kg/mn);
– Frequenza cardiaca (Polar);
d) Meccanismi di controllo della percezione soggettiva e propriocettiva:
– Superfici elettromagnetica (Biovision); parametri combinati nel campo dei tempi e della frequenza;
– Questionari;

PRIMA RICERCA
Lo scopo di questa ricerca era quello di valutare l’influenza della soletta NOENE sui parametri quantificando le modifiche della ripartizione della pressione del piede (FPD) e del consumo di energia. 22 atleti d’endurance hanno dato, per iscritto, il loro consenso a questo studio dopo aver familiarizzato con le procedure dei test. Tutti i soggetti non soffrivano di alcuna lesione ad organi interni, non avevano bisogno di portare una protesi plantare (solette ortopediche) e correvano appoggiandosi al suolo con il tallone o con la parte centrale del piede.

DEFINIZIONE DEL TEST
Ciascun soggetto doveva fare due test sul tapis roulant, uno prima e uno dopo un esercizio d’endurance estenuante della durata di 1 ora. I due test erano fatti a due velocità differenti e duravano 5 minuti, il primo con e l’altro senza le solette NOENE. Ogni cambio di soletta è stato fatto senza che l’atleta sapesse che la soletta NOENE
fosse presente o meno nella scarpa. Per fare ciò, abbiamo posizionato la soletta NOENE al di sotto delle solette convenzionali (prive di particolari funzioni). Ad ogni velocità, il consumo di ossigeno, la frequenza cardiaca e la ripartizione della pressione sul piede (FPK) sono stati misurati simultaneamente. Inoltre, abbiamo effettuato delle registrazioni video per controllare il comportamento fisiologico del piede. Un questionario è stato sottoposto per valutare se tutti i soggetti erano capaci di distinguere i momenti in cui portavano le solette tradizionali da quelli in cui avevano le solette NOENE, la superficie delle zone di contatto (2 millimetri), le forze verticali massime (N), i picchi di pressione (N/cm quadrato) e il dispiegamento verticale. A beneficio delle analisi statistiche future, le solette sono state divise in 9 zone anatomiche, similari a quelle
determinate da “Bontranger e altri” nel 1997. Tutti i parametri statistici sono stati registrati su un Software Novel. I dati riguardanti il consumo energetico sono stati ottenuti grazie ad un cardiofrequenzimetro Polar ed un ergometro di consumo dell’ossigeno (Metamax), tenendo conto di VO2 (ml/kg/mn) e della frequenza cardiaca
(battiti/mn).

I RISULTATI
a) Questionario – il questionario ha mostrato praticamente che tutti i soggetti non si sono resi conto del fatto di correre con o senza la soletta NOENE. Ciò può essere dovuto al fatto che la soletta convenzionale è stata ricoperta con una soletta “speciale” e che la percezione di ciascuno era pressoché la stessa. Gli atleti non hanno potuto modificare in maniera volontaria le misure, visto che è stato fatto di nascosto durante i test.

b) Consumo energetico – i dati mostrano che ne il VO2 massimo nella frequenza cardiaca è stato modificato dal cambio di solette. Neanche dopo il cambio di esercizio d’endurance è stata percepita alcuna differenza significativa. Si può dunque dire che le solette NOENE non influenzano il consumo energetico, negativamente o positivamente. Si può anche dire che nessun aumento o diminuzione misurabile del dispiegamento verticale è stata rilevata, poiché queste modifiche sono direttamente in relazione con il consumo di ossigeno.

c) Ripartizione della pressione del piede (FPD) – Gli FPD ottenuti sono conformi alle cifre di consumo energetico. Nessuno dei 3 parametri: picchi di pressione, forze massimali e dispiegamento verticale, sono variati in maniera significativa su tutta la zona plantare. D’altra parte, un’analisi segmentata e così dettagliata della ripartizione della pressione mostra delle differenze degne di nota. Abbiamo constatato una diminuzione importante delle zone di contatto (p<0,001) a livello dell’arco plantare longitudinale interno (MA), principalmente dovuta alla struttura piatta della soletta NOENE e alla mancanza di un supporto passivo. Allo stesso modo, dei valori significativamente ridotti della forza e della pressione (p<0,005) sono stati constatati in quest’area. Prendendo in considerazione le 9 graduazioni anatomiche, si può dire che la soletta NOENE ottiene uno spostamento della pressione del piede (FPD) verso una distribuzione più fisiologica della carica. Nelle zone principali di contatto del piede, il tallone (MH/LH) e le prime 3 teste metatarsiche (GT/MidM), la carica applicata aumenta quando la forza totale sul piede rimane stabile. Dunque, un progresso fisiologico normale (ROP) più pronunciato può essere rilevato, similare a quello che si ottiene a piede nudo. Soprattutto, il dispiegamento verticale dimostra la modificazione della distribuzione della carica descritta sopra. Una diminuzione molto significativa (p<0,001) del dispiegamento verticale a livello della volta interna si accompagna ad un aumento marcato nelle zone principali di contatto del piede (MH, LH, GT, MidM).

DISCUSSIONE
La principale influenza della soletta NOENE non può essere assimilata ad una semplice riduzione della carica che interviene quando la ripartizione delle pressioni del piede, e i parametri di consumo energetico restano stabili. Bisogna constatare soprattutto la sua influenza in una migliore ripartizione delle cariche principali a un ROP più pronunciato fisiologicamente, simile a quello ottenuto a piedi scalzi. Così, le proprietà meccaniche e la mancanza di sostegno passivo della soletta NOENE sembrano causare un’attività muscolare più netta dei muscoli intrinseci del piede, portando ad un processo fisiologico ottimizzato.

SECONDA RICERCA
La seconda inchiesta è servita allo studio pilota (n=4) per valutare le proprietà di ammortizzamento della soletta NOENE. Per una migliore misurazione delle forze di impatto, ci siamo basati sull’analisi del salto su una piattaforma di forza. 4 atleti allenati per le gare d’endurance si son offerti volontari per questa ricerca. Non soffrivano di alcuna lesione dei membri inferiori, ne portavano ortesi o avevano un’esperienza di salto verticale.

DEFINIZIONE DEL TEST
Come per la ricerca n°1, ogni soggetto doveva effettuare un test casuale. Tutti gli sportivi hanno effettuato due serie di 6 salti consecutivi, di un’altezza di 35 cm su una piattaforma di forza, con un periodo di riposo di un minuto tra una serie e l’altra. Una serie con le solette e una senza le solette NOENE. Tutti i soggetti portavano le proprie scarpe da running, che possiamo identificare come delle scarpe da corsa con un minimo di attitudine ad ammortizzare gli shock.

ANALISI DEI DATI
Le forze prodotte durante la registrazione sono state valutate con una piattaforma di forza (AMTI) attiva con uno scarto di pressione d’una frequenza naturale di 530 hertz (Hz). Le tre dimensioni (x,y e z) sono state misurate. In più, un accelerometro resistente (Biovision) è stato piazzato al di sotto delle solette, nella zona dell’arco longitudinale interno, operativo ad una frequenza di 500 Hz. I parametri sono stati registrati facendo la media dei segni di 6 salti consecutivi durante la fase di appoggio di ciascuna serie. Le componenti della frequenza sono state calcolate attraverso la Fast Fourir Transformation (FFT). Tutti i dati sono stati analizzati con dei SW Z2 (Biovision) e Origin 4.1 (Microcal).
Principali parametri ottenuti:
– per quel che concerne il tempo: la velocità massima della forza sviluppata durante l’impatto al suolo (ROFDI in N/s), il dispiegamento verticale (Ns) e la dimensione del picco di impatto (sec) e la magnitudo (N) della direzione verticale; le curve forza/tempo nel senso interno-esterno
– per quel che concerne la frequenza: potenza media e mediano della frequenza (MPF/MDPFD)

RISULTATI
a) Accelerazione – un paragone qualitativo dei segnali dell’accelerometro non mostra alcuna differenza tra ciascuna delle serie. Le due registrazioni mostrano delle caratteristiche pressoché identiche e hanno gli stessi valori di picco di accelerazione a 7,5 g (g = 9,81 m :s2). Per quel che riguarda la frequenza, abbiamo ottenuto delle differenze misurabili tra i test con e senza la soletta NOENE. I dati forniti indicano che con le solette NOENE si registra una modificazione della frequenza verso le basse frequenze; allo stesso modo i due parametri delle frequenze sono tesi a diminuire (MDPF: I5 Hz ; MPF: I 15 Hz).

b) Misura della forza – la componente verticale delle curve della misura forza/tempo mostra uno scarto percettibile. Nonostante alcuna differenza della misura di dispiegamento verticale possa essere notata, una modificazione misurabile del tempo della curva forza/tempo, approssimativamente di 5-10 millisecondi, e una leggera diminuzione del punto di impatto, si producono con la soletta NOENE. In questo modo, alcuna riduzione del dispiegamento verticale, ma una diminuzione della media della forza di sviluppo massimale all’impatto (ROFDI), dovuta alla modificazione del tempo, può essere mostrata. Le forze interne-esterne indicano anche delle differenze misurabili tra le due serie, al punto che fanno dire che queste forze sono eterogenee e funzionano nell’allenamento individuale. Qualunque cosa sia, una diminuzione delle forze di taglio esterne è ottenuta con le solette NOENE, indicando una diminuzione delle forze di tagli a livello del piede. I parametri di misura dell’accelerazione e della forza mostrano in maniera evidente che la soletta NOENE procura un migliore ammortizzamento rispetto alla soletta tradizionale. Ciò può essere dimostrato attraverso i componenti altezza/frequenza nei segnali di accelerazione così come attraverso la modificazione dei tempi e la diminuzione del ROFDI a livello della forza verticale. In conclusione, le strutture viscoelastiche endogene proprie del piede agiscono più efficacemente e con minor rischio di allargamento della struttura d’appoggio. Una più grande velocità di allungamento dovrebbe aumentare la rigidezza del sistema muscolo-tendinoso e, dunque, la ripetizione di un movimento di migliaia di volte, come l’impatto del piede al suole durante la corsa; dovrebbe provocare un più alto rischio di sovraccarico. Alcuni risultati similari al FPD dell’inchiesta 2 mostrano che la soletta NOENE non diminuisce la carica prodotta ma la distribuisce in una maniera più efficace, in modo che la struttura viscoelastica endogena può agire nelle sue condizioni ottimali.

RIASSUNTO E DIRETTIVE FUTURE
I possibili effetti preventivi per le scarpe da corsa delle solette NOENE non possono essere la conseguenza di una semplice riduzione delle contrazioni meccaniche, ma, piuttosto, di una ripartizione più armoniosa del sostegno. Ciò è dimostrato da un ROP più pronunciato, da una diminuzione del fattore altezza-frequenza della forza verticale e da una diminuzione della velocità massimale della forza sviluppata durante l’impatto (ROFDI), quando il consumo energetico e il dispiegamento verticale restano stabili. In conclusione, le ricerche future nel campo delle solette sportive, per prevenire le lesioni durante la corsa, dovranno evitare un sostegno essenzialmente passivo del piede. Il principale obiettivo dovrebbe essere quello di iniziare un ROP e un FPD più pronunciato, per assicurare una migliore risposta delle strutture viscoelastiche
endogene all’interno di un dispiegamento trasversale della superficie d’appoggio. Inoltre, un altro importante problema può essere constatato circa l’influenza del sistema neuromuscolare. Altre ricerche sono dunque necessarie per dimostrare l’influenza degli eventuali effetti del materiale NOENE sull’attività muscolare. Degli studi pilota fatti a titolo personale, che includono gli esami elettromagnetici, hanno permesso di raccogliere ulteriori informazioni sull’attività e dimostrano che esiste un’influenza misurabile sull’attività muscolare dei membri inferiori e che la soletta NOENE può agire efficacemente in termini di ammortizzamento e di prevenzione delle lesioni.

RIASSUNTO
Due tipi di misurazioni sono stati effettuati con dei corridori, portatori o non delle solette NOENE. Prima di tutto, sul tapis roulant prima e dopo uno sforzo intenso di un’ora. Nella seconda esperienza, i soggetti test hanno effettuato una serie di salti con e senza le solette NOENE. Oltre ad un migliore ammortizzamento, già noto ai corridori, il risultato di questi studi dimostra che la soletta NOENE migliora sensibilmente la ripartizione delle cariche e favorisce, dunque, un processo fisiologico normale del piede, similare a quello ottenuto a piedi scalzi. In questo modo, le proprietà meccaniche e l’assenza di sostegno passivo a livello dell’arco interno della soletta NOENE, comportano un’attività muscolare più nette dei muscoli intrinseci del piede, conducendo ad un processo fisiologico ottiale e ad una riduzione delle lesioni muscolo-scheletriche.

Sicuramente si tratta di un articolo molto tecnico, ma che ancora una volta certifica la bontà del NOENE in quanto materiale tecnologico ed innovativo, in particolar modo nel suo utilizzo come plantare, soletta o talloniera.

Anche la Facoltà di Farmacia promuove le solette NOENE

soletta noene sp01 1 mmAncora scettici sull’utilità nel calzare le solette NOENE? Leggete un po’ questo documento dell’Università del Mediterraneo (Facoltà di Farmacia – Laboratorio di Biochimica) rappresentata dal Prof. Luccioni che già nel lontano 2005 esprimeva parere positivo all’utilizzo delle solette NOENE.

Riportiamo qui di seguito la relazione integrale

20 febbraio 2005

SINTESI
Quindici giorni dopo l’inizio della sperimentazione, alcuni dei soggetti volontari non hanno presentato reazioni di irritazione cutanea degni di nota, ne di apparizione di dolori plantari. Al contrario, tutti i soggetti dichiarano di avere avuto un reale miglioramento da quando indossano le solette.

CONCLUSIONI
L’obiettivo di questo studio era determinare la non problematicità delle solette NOENE qualora venissero usate quotidianamente, nell’arco di due settimane. Nessuno dei volontari ha presentato delle reazioni negative durante tutto il periodo sperimentale. Considerate le condizioni sperimentali di questo studio, e tenuto conto della totale assenza di reazioni cutanee iterative, possiamo concludere che le solette NOENE sono totalmente prive di capacità irritante, ma, al contrario, sono efficaci nella risoluzione dei dolori plantari quotidiani.

IL CENTRO SANITARIO Dr. Yves Demarais
Una moltitudine di specialisti Il centro raggruppa 15 specialità mediche, dalla reumatologia all’agopuntura, passando per l’optamologia. Sono accolti pazienti dell’INSEP e/o esterni su appuntamento. La diversità delle specializzazioni presenti permette anche agli sportivi di beneficiare di un gran numero di cure. Il Dr. Demarais, responsabile del centro di sanità precisa che “il centro sanitario è completo, per le sue consultazioni specialistiche, l’accoglienza generale riservata ai pazienti e la pluralità di tecniche che rappresentano le medicine corrispondenti alle equipe e alle federazioni”.

TRAUMATOLOGIA SPORTIVA E RI-EDUCAZIONE FUNZIONALE
La traumatologia sportiva è presa in carico dal dipartimento medicale per le medicine reumatologiche e di rieducazione funzionale. La rieducazione funzionale è la messa in opera del riadattamento dopo un trauma alle articolazioni, muscoli e tendini. La reumatologia, medicina dell’apparato locomotore, si interessa all’invecchiamento delle ossa, cartilagine, muscoli, tendini e legamenti. “Essa affronta queste patologie sul piano fondamentale e sull’applicazione pratica in due campi meccanici notoriamente degenerativi”, racconta il Dr. Demarais, responsabile del Centro. Le patologie infiammatorie raggruppano diverse malattie che toccano diversi sistemi e, quindi, anche quello locomotore. I reumatologi che si interessano alla patologia sportiva si sono spinti fino alla “traumatologia medicale”. E lo studio delle lesioni sporadiche o croniche che derivano da shock violenti e alla ripetizione degli sforzi fisici. Circa il 50% delle patologie curate all’INSEP sono legati all’apparato locomotore. Si tratta di traumi generati dalla pratica intensa di sport: articolari, muscolari, tendinei, legamenti, che toccano principalmente le ginocchia, le caviglie e la schiena. La pratica di sport ad alto livello, attraverso la ripetizione di gesti estremi, può generare una sofferenza dell’apparato locomotore. Alcuni consigli potrebbero essere dati agli atleti, essenzialmente per gli sport legati all’uso di materiali (tennis, ciclismo, ecc…). Il Dr. Demarais precisa che “il traumatologo si preoccupa anche dei gesti suscettibili di favorire dei microtraumi”. In queste condizioni, lo studio delle tecnopatie porta su una prevenzione della patologie.

Interessante vero? Così com’è interessante sapere che tutte le solette NOENE possono essere acquistate ad un prezzo veramente irrisorio cliccando qui.