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Il trasporto GRATIS non è ecosostenibile

trasporto merciUno degli obiettivi di questo Blog è quello di far ragionare i nostri lettori su alcune tematiche molto dibattute e che in molti casi, a nostro avviso, vengono percepite in maniera distorta rispetto a quella che è la realtà dei fatti.

Oggi parliamo delle spese di trasporto, che da sempre rappresentano un argomento molto dibattuto sul web, soprattutto in tema di vendite on-line. Il perché è molto semplice: molti Clienti ritengono ancora sconveniente l’acquisto su internet perché, a loro modo di vedere le spese di trasporto rappresentano una voce di costo tale da scoraggiare in molti casi, l’opportunità di acquistare sul web.

Già moltissimo tempo fa, sulle pagine di questo blog affrontammo l’argomento in questo articolo, ma nonostante passino gli anni, il tema delle spese di trasporto gratis o a pagamento è sempre un tema molto caldo.

Oggi, a distanza di qualche anno, vogliamo ritornare sull’argomento affrontandolo da un punto di vista diverso, ovvero non strettamente legato all’aspetto economico, bensì sotto un punto di vista più orientato al tema della sostenibilità ambientale.

Molti di voi si domanderanno che relazione ci possa essere fra le spese di trasporto gratuite e la sostenibilità ambientale, ed è proprio per questo che qui di seguito, andremo a sviluppare un breve ragionamento che potrà chiarire il nostro pensiero circa le spedizioni gratuite per le vendite on-line.

Da sempre quella del trasporto gratuito, è stata una leva per cercare di alzare il valore medio degli ordini ricevuti dai propri Clienti. Questo proprio perché il fatto di poter ricevere gratuitamente a casa propria la merce, pagando unicamente il costo riferito ai singoli prodotti, ha sempre ingenerato nella psicologia del Cliente la voglia di fare un piccolo sforzo in più per raggiungere quella soglia di acquisto che avrebbe permesso l’azzeramento dei costi di trasporto generando un effettivo risparmio.

Questa è una logica che ha sempre funzionato e, per quanto ci riguarda, sposiamo da sempre perché premiante nei confronti del Cliente che si impegna maggiormente in un acquisto.

Molti venditori, anche forse alla luce delle difficoltà economiche che stanno colpendo consumatori e commercianti, stanno utilizzando la leva del trasporto gratis non per vendere di più, ma per cercare di sopravvivere alle difficili condizioni di mercato che lo scenario nazionale ed internazionale ci consegna giornalmente. E qui, a nostro parere, si nasconde innanzitutto un errore di marketing, ma soprattutto il vero problema cui facciamo riferimento in questo articolo, ovvero la l’insostenibilità ambientale delle spese di trasporto gratuite.

Proporre spese di trasporto gratuite senza un minimo d’ordine, prescindendo quindi dall’importo e dalle quantità acquistate a cosa porta? A parte ad un drastico abbassamento del valore degli ordini e delle marginalità, porta ad un impatto ambientale che può arrivare ad essere doppio o persino triplo rispetto ad un acquisto con spese di trasporto onerose.

Qualunque sia la natura del bene inviato, il venditore sa bene che dovrà imballare con molta cura il prodotto, onde evitare i consueti danneggiamenti derivanti da trasporti poco accurati. Alla luce di questa considerazione chi abitualmente effettua spedizioni, sa bene che imballare una cartuccia o dieci cartucce, a livello di materiali impiegati non riduce i costi, anzi. In certi casi i costi aumentano perché la confezione può necessitare, oltre che della normale scatola, anche di una certa quantità di materiale di “riempitivo” che eviti gli sballottamenti del prodotto all’interno della scatola.

1° considerazione sulla insostenibilità del trasporto gratuito
La vendita di una cartuccia richiede lo stesso tipo di imballo, ma maggiore materiale riempitivo all’interno della scatola che dovrà essere smaltito a cura del Cliente. Con un acquisto più corposo si riceverebbe una sola scatola probabilmente senza riempitivo.

Il Cliente che abitualmente consuma 3 toner l’anno, con questa modalità non sarà invogliato a fare un unico ordine, verosimilmente farà 3 ordini diversi che gli costeranno la stessa cifra, gli consentiranno di non anticipare del denaro, ma questi ordini richiederanno ben 3 trasporti distinti.

2° considerazione sulla insostenibilità del trasporto gratuito
A parità di spesa si produrrà un inquinamento nettamente superiore rispetto a quello prodotto da un unico acquisto.

Ad ogni spedizione è legato un rischio: danneggiamento, smarrimento, invio non conforme, ecc… Ogni spedizione nasconde quindi una possibile incognita che può trasformarsi in un ulteriore trasporto da effettuarsi. Facendo 3 spedizioni distinte anziché 1, questi rischi si moltiplicano e conseguentemente aumentano le possibilità che per un qualsiasi motivo le 3 spedizioni possano diventare ad esempio 5: per una delle 3 spedizioni ad esempio il Cliente potrebbe re-inviare il pacco al mittente perché danneggiato (4° spedizione), il venditore a sua volta dovrebbe rispedire il prodotto originariamente inviato e questa volta correttamente imballato (5° spedizione).

3° considerazione sulla insostenibilità del trasporto gratuito
Possibile moltiplicazione dell’impatto ambientale legato all’aumento sconsiderato delle spedizioni, non a fronte di un reale aumento delle vendite, bensì di una inutile frammentazione degli ordini.

Queste sono alcune delle considerazioni che ci portano ad affermare che, oltre ad essere contro logica, il trasporto gratuito al Cliente se non strettamente legato al raggiungimento di specifici budget sugli ordini effettuati, non è né ecologico né sostenibile.

Motivo in più per incentivare i nostri Clienti, e perché no, anche i Clienti dei nostri concorrenti, ad apprezzare la gratuità del trasporto solo e soltanto a fronte di un acquisto di una certa entità.

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